Per fronteggiare la diffusione del Covid-19, in tutto il pianeta si stabiliscono obblighi di quarantena e si impongono drastiche regole di distanziamento sociale. Il mondo va in rete e pratica il telelavoro e la teledidattica. I banchi delle chiese sono vuoti la domenica, come i parchi, i campi sportivi, i ristoranti e le stazioni dei treni. I soggetti contagiati o a grave rischio vengono ricoverati nei reparti infettivi degli ospedali o posti in quarantena. Il distanziamento sociale è il provvedimento più efficace per rallentare la diffusione, ridurre i numeri dei contagiati e vincere alla fine la guerra al virus. Benché la separazione fisica sia necessaria, ci possono essere ripercussioni per chi viene isolato (specialmente se è affetto dalla malattia e ne prova i sintomi e le paure), per chi subisce la separazione dai figli, parenti e partner, o lutti inattesi senza possibilità di assistenza e di commiato, della percezione di pericolo, dell’incertezza, del disagio fisico, degli effetti collaterali delle medicazioni/cure, della paura di trasmettere il virus ad altri, dell’assillante pressione negativa dei media, i pazienti infettati possono provare solitudine o tensioni per forzata convivenza, rabbia, ansia, depressione, insonnia, pensieri suicidi e presentare i sintomi di stress post traumatico.